Tra i progetti che l’associazione Alfeo Corassori – La Vita per Te porta avanti c’è quello relativo alla Chirurgia Ortopedica Pediatrica, rivolta ai bambini portatori di gravissime malformazioni -soprattutto agli arti inferiori- derivanti da una severa malnutrizione.
Di Chiara Tassi
L’obiettivo del Progetto è quello di offrire una terapia adeguata al maggior numero di bambini possibili con un’attenzione particolare soprattutto ai bimbi orfani.
Ad operare i bambini e seguirli poi nei mesi successivi agli interventi un team misto malgascio-italiano. Dopo le operazioni i bimbi vengono ospitati in strutture chiamate Preventorium dove seguono un trattamento fisioterapico specifico e intanto continuano la scolarizzazione.
Jessica e Paulette sono due bimbe che hanno preso parte a questo progetto. Qui vi raccontiamo le storie.
JESSICA
Nome: Jessica.
Età: 4 anni.
Situazione familiare: la madre non lavora, il padre conduce molto saltuariamente i posy (risciò). La famiglia vive in una situazione di estrema povertà. La mamma ha altri 3 figli, di 12 e 8 anni e 9 mesi.
Informazioni cliniche: da quanto riferisce la madre, a Jessica circa un anno fa è venuta un’infezione alla gamba. Questa infezione ha continuato ad espandersi fino a mangiarle completamente la pelle e a causare il distaccamento della tibia del ginocchio. La madre riferisce ai dottori di aver già portato Jessica da un dottore che le ha fatto fare una cura di 10 iniezioni ma senza alcun risultato.
Dopo l’arrivo al Preventorium di Mahasoa Jessica è stata operata e le è stato tolto l’osso ormai morto.
Dopo alcuni mesi di cura ora sta meglio e la cute si è completamente chiusa. Molto probabilmente, hanno detto i medici, è stato un caso di una severa osteomielite distruttiva.
Jessica ora però ha ancora bisogno della medicina: ha infatti anche una lussazione congenita all’anca e dovrà essere operata e riabilitata anche per questa seconda patologia. E forse dovrà fare qualche intervento di plastica alla gamba operata, una volta completata la terapia, guarita dall’infezione e riabilitata al cammino.
Questi ulteriori interventi, però, non sono possibili in Madagascar: li tutto quello che è stato fatto fino ad ora è il massimo che si riesce a fare, oltre non sarà possibile andare, e se non riusciremo a portarla in Italia Jessica non avrà nessuna speranza di farcela a recuperare appieno le proprie capacità motorie.
I tempi di terapia non saranno brevi e l’assistenza sarà impegnativa ma non impossibile.
Attualmente ci sono già due famiglie disponibili ad accogliere in Italia -a Milano e a Treviso- la piccola Jessica. Si sta completando il dossier dei documenti richiesti per l’espatrio sanitario, con un visto per aiuti umanitari, ma la strada pare essere in salita: in diverse Regioni d’Italia, compresa la nostra, vi è stata una notevole restrizione amministrativa per poter accogliere casi del genere. La Regione Lombardia sembra dare qualche possibilità in più; quello che ci auguriamo è che si riesca a breve ad arrivare ad una soluzione, cosicché l’amore e la generosità di una famiglia italiana possano essere messe “al servizio” di questa causa, per dare a Jessica la speranza di una vita migliore e donarle, soprattutto, la possibilità di riuscire a correre con le proprie gambe verso il proprio futuro.
PAULETTE
Nome: Paulette
Età: circa 13 anni (sconosciuta la data di nascita)
Peso: Kg 29
Altezza: cm 116
Situazione familiare: Il papà di Paulette è morto all’età di 24 anni di alcolismo quando la mamma della bimba era incinta di lei al 3 mese (ha altre 3 figlie di 17, 15 e 14 anni)- La donna soffre di problemi psichiatrici da 16 anni, ma non è seguita da nessun medico: è assistita da una comunità che si occupa di persone con queste problematiche che la accudiscono e le danno da mangiare. La comunità offre cibo anche alle figlie e alla nonna paterna, Bahasoza, 70 anni , contadina che si occupa da sola delle nipoti.
La famiglia è molto povera, ma nonostante questo la nonna è riuscita a mandare a scuola tutte le nipoti maggiori.
Paulette è intelligente e sveglia, va a scuola, e nonostante l’handicap evidente è piuttosto indipendente, cammina da sola, si siede e si sdraia. Nessun medico l’ha mai visitata per i suoi problemi fisici agli arti, la nonna riferisce che la bambina è così da quando era piccolissima. Non sa dare altre spiegazioni più precise.
Il percorso riabilitativo di Paulette:
Maggio 2012: Paulette ha subito un intervento molto impegnativo agli arti inferiori che è durato circa 4 ore. Appena sveglia si è tolta il lenzuolo e ha guardato i gessi: si capiva bene il suo stupore nel vederli praticamente dritti. Dopo l’intervento è stata portata al Preventorium di Mahasoa: qui viene seguita e aiutata e le è stato insegnato a camminare correttamente.
Maggio 2013: Paulette, in attesa del secondo intervento a fine giugno, si impegna nella riabilitazione e ha già ottenuto buoni risultati. Continua a spostarsi con la sedia a rotelle perché non può ancora caricare le ossa e le gambe di troppo peso, per questo ancora non studia.
Giugno2013: Paulette è stata sottoposta al secondo intervento nel quale le sono state raddrizzate ulteriormente le gambe. Probabilmente ne dovrà subire un terzo nel quale le verrà trapiantata della materia ossea che le normalizzerà la lunghezza degli arti.
Agosto 2013: il 28 agosto sono stati tolti definitivamente i gessi a Paulette che si è rimessa all’opera con la riabilitazione. Sta bene ed è contenta dei risultati degli interventi, durante i quali ha davvero sofferto.
Ottobre 2013: un mese fa Paulette ha cominciato la riabilitazione, è molto motivata ed ora, anche se con l’aiuto delle stampelle, ha ricominciato a camminare.
Come potete vedere da queste due storie –ma ce ne sarebbero centinaia da raccontare, ciascuna straordinaria- gli interventi che vengono fatti sui bambini sono fondamentali per permettere loro lo svolgersi, poi, di una vita normale. Grazie all’aiuto dei medici malgasci, dei fisiterapisti e di tutti i missionari che, sul posto, si occupano ogni giorno di quei bimbi il loro futuro potrà essere certamente migliore, ma altrettanto importante è l’aiuto che tutti voi potete dare alla causa: chi venedo con noi in Madagascar e raccontando poi “a casa” le emozioni di ciò che ha vissuto, chi aiutandoci con qualche ora del proprio tempo o un piccolo contributo in denaro, chi anche solo facendoci sentire il proprio appoggio, che comunque per noi volontari è sempre tanto importante.