Una struttura cresciuta e che si è adattata alle esigenze dei bambini che ospita grazie agli aiuti che arrivano dall’Italia. Ecco un tour nella struttura di Ambovomavo.
Chiara Tassi
Padre Bruno chi ci segue da un po’ di tempo già lo conosce (per chi invece volesse saperne qualcosa di più su questo straordinario personaggio eccolo in un’intervista girata qualche tempo fa a Modena. Clicca qui). Fu lui, nel 2010 ad iniziare ad aiutare (grazie a fondi provenienti dall’Italia) cinque bambini della zona che non avevano i genitori. I ragazzi, però, vivevano da soli, lavavano, cucinavano e Suor Lucie –una sorella della missione- si occupava di procurare il necessario per la scuola, i vestiti, il cibo. Poi, ad agosto del 2010 è arrivata a vivere con loro Madè Niry, ma ancora non c’era una casa pronta ad accogliere lei e i bambini: erano ospiti di una scuola materna non più utilizzata. Da quel momento i bimbi –chi orfano di uno o di entrambe i genitori, chi con il padre in prigione o con la madre affetta da grave malattia- diventarono nov. Nell’estate del 2011 Niry e i “suoi” ragazzi vennero finalmente traferiti ad Ambovomavo dove era stata costruita una casa apposta per loro (grazie ad una somma ricevuta in aiuto). La struttura è adatta ad ospitare Niry e i ragazzi: c’è un refettorio, due dormitori –uno per le ragazze, l’altro per i maschi-, la cucina -senza gas ma con i bracieri per il carbone-, il magazzino, una camera per Niry, 4 bagni con altrettante docce ed il giardino. Quando “la squadra” arrivò ad Ambovomavo i ragazzi erano 18, mentre dallo scorso anno sono 14 ad essere ospitati (qualcuno si è fidanzato, qualcuno ha lasciato gli studi e qualcuno è tornato in famiglia).
Attualmente vivono ad Ambovomavo:
Oliviane, si è diplomata ad agosto ed aspetta di entrare all’università di lingue a Mahajanga;
Pierrot, al primo anno di liceo;
Tonicky e Tonga, al terzo anno di scuole medie;
Marinah, al primo anno di scuole medie;
Zinah, all’ultimo anno di elementari;
Eric, Bernadette, Delson, Geromine e Arimalala, al terzo anno di elementari;
Fandresena, al secondo anno di elementari;
Tonia, appena arrivata, nonostante abbia 10 anni ha appena cominciato le elementari e Samia, ancora alla scuola materna.
Una giornata tipo di questi ragazzi prevede la sveglia alle 6 -anche se i più grandi si alzano spesso prima per studiare- e, quando Niry è molto stanca o malata, si occupano loro del riso per la colazione. Quando si svegliano mangiano poi si preparano per andare a scuola. A mezzogiorno si pranza (è Niry che prepara) poi i bimbi lavano i piatti, spazzano il refettorio e giocano un po’ prima di rientrare a scuola. Quando escono al pomeriggio prendono i secchi e vanno a prendere l’acqua (non ci sono ne acqua corrente ne luce all’orfanotrofio, ci sono i pannelli solari ma la batteria non è abbastanza potente e a volte si scarica) finché i bidoni dei bagni e della cucina non sono pieni. Poi si prepara la tavola per la cena, tra le 6 e le 7 si mangia e si sistemano refettorio e cucina. Ancora qualche gioco e poi a letto. Il sabato anche i bimbi più grandi lavano i vestiti e aiutano Niry mentre la domenica si va a messa e ci si riposa. L’orfanotrofio, per molti, è davvero un punto di riferimento e un’opportunità per una vita migliore: Marinah, ad esempio, una bimba senza papà e con la mamma un po “squilibrata”, sono anni che vive in orfanotrofio ed ha avuto un bella crescita personale. E’ stata anche promossa all’esame di conclusione delle scuole elementari, un traguardo impossibile da pensare, solo qualche anno fa. E anche la mamma è più serena vedendo e seguendo la figlia che sta bene: prima la piccola viveva al mercato con la mamma, sotto un riparo di fortuna.
Accanto alle attività ordinarie, poi, Niry cerca di coinvolgere i ragazzi anche con gite fuoriporta e scoperte nuove. Lo scorso anno, il 1° maggio i ragazzi sono stati al mare a Mahajanga: molti non avevano mai visto il mare ma, dopo qualche attimo di stupore, si sono ambientati e hanno fatto il bagno e giocato senza paura. Hanno pranzato in spiaggia e poi hanno mangiato il gelato sul lungomare. Il 27 luglio invece sono andati in gita al parco naturale di Ankarafantsika: hanno visto lemuri di tante razze, alberi tipici e i caratteristici baobab.