Il Progetto Ilena è da anni uno dei più importanti per la nostra Associazione. La riqualificazione sociale, sanitaria ed ambientale del lebbrosario di Fianarantsoa e la lotta contro l’isolamento degli abitanti del villaggio rappresentano, dal 2007, alcuni degli obiettivi principali del lavoro de La Vita per Te.
di Elisa Sala
Nei primi anni del nostro sostegno a questo progetto ci siamo dedicati alla riqualificazione delle case in cui alloggiano le famiglie dei lebbrosi, poi è venuto il momento della costruzione della strada, un’opera che ha richiesto un impegno economico grandissimo, ma la cui utilità ha ripagato tutti i nostri sforzi. E’ seguita la costruzione della diga per la raccolta dell’acqua piovana e la collaborazione con l’Associazione Foreste per Sempre nel progetto di riforestazione. Il sostegno alla costruzione della Missione delle Suore della Divina Provvidenza, della scuola per i 450 bambini del villaggio e della brousse circostante, della mensa scolastica, delle adozioni a distanza delle famiglie, del campo da calcio rappresentano i passi successivi che abbiamo fatto insieme ai Missionari nostri amici per proseguire in questo percorso difficilissimo di uscita dalla povertà assoluta e dall’isolamento totale in cui vivevano gli uomini, le donne e i bambini di Ilena fino a 7 anni fa.
Un ulteriore “step” del percorso di riqualificazione del villaggio è stato intrapreso già da un paio di anni. Si tratta del sostegno e del contributo all’avvio di alcune piccole attività economiche finalizzate all’autosostegno del villaggio: l’apicoltura, la pescicoltura, l’allevamento dei polli, la costruzione di una stalla e alcune piccole attività agricole. Quest’ultimo obiettivo, quello di portare la comunità all’autosufficienza, ha da qualche mese dimostrato di essere in assoluto il più difficile.
Abbiamo percepito, tramite richieste di aiuto via email e in occasione del nostro sopralluogo durante l’ultima missione, la grande difficoltà dei Missionari nel gestire giorno per giorno il lavoro delle persone impiegate nelle varie attività. Sono le Suore della Divina Provvidenza di Ilena come Suor Damien, Suor Marie e Padre Albert, della Famiglia Camilliana, i missionari che ogni giorno si trovano in prima linea nella lotta contro malattie come la lebbra, contro la povertà e la fame, contro la enorme difficoltà di trasformare una comunità senza speranza in una comunità capace di costruire il proprio futuro.
Il villaggio Ilena è stato per oltre 50 anni un luogo dove i “maledetti” malati di lebbra sono stati debitamente confinati, e insieme a loro anche le loro famiglie, i loro figli. L’unico contatto che hanno avuto è stato quello con qualche Padre missionario che si recava al villaggio ogni tanto per dire la Messa, e qualche altro missionario che si occupava delle medicazioni degli ammalati. Nulla più. La comunità che negli anni si è formata è sempre stata sostenuta in tutto e per tutto: per il cibo, per i vestiti, per le medicine. Niente scuola per i figli dei lebbrosi, nessuna possibilità di recarsi in città per 6 mesi all’anno, nessun visitatore, nessun contatto con l’esterno, condizioni di vita ben lontane dal decoro dovuto agli esseri umani: questa era Ilena fino a una decina di anni fa.
Oggi la situazione è ben diversa, oggi ad Ilena c’è vita, ci sono i colori, ci sono le grida dei bambini all’uscita della scuola, ci sono le note dei canti che escono dalla ormai troppo piccola chiesa la domenica mattina durante la messa, ci sono 76 famiglie che costituiscono una comunità sostanzialmente giovane e potenzialmente piena di energia.
Resta però la difficoltà di pensare al futuro: ancora molti degli abitanti del villaggio si aggrappano al sostegno che viene dai donatori e dai benefattori. Ancora si fa fatica a pensare di poter camminare da soli, di sostenersi con le proprie forze, di poter credere di farcela da soli, di cercare di uscire dall’isolamento del villaggio anche con la mentalità. Ci sono resistenze nella collaborazione alla costruzione del bene comune, nella collaborazione con i Missionari che cercano di guardare al futuro, nella organizzazione del lavoro di equipe, uno strumento fondamentale per la riqualificazione socio economica del villaggio.
E anche i Missionari risentono della fatica, dello sconforto, degli sforzi a volte non ripagati come si deve, nella guida di questa “giovane” comunità che fatica a reggersi sulle proprie gambe!
Abbiamo colto l’SOS lanciato dai nostri Fratelli e Sorelle missionari, siamo andati a verificare con i nostri occhi lo stato dei progetti, a confrontarci con loro per cercare di capire le loro reali difficoltà e a cercare una via di uscita a questo momento di “impasse”. Abbiamo trascorso diverse ore ad ascoltare, a parlare, a tentare di immedesimarci nelle situazioni più complicate, abbiamo fatto qualche proposta, suggerito qualche percorso da intraprendere. Abbiamo scelto di incontrare il Villaggio e di ascoltare “la Gente di Ilena”, di sentire dalla loro voce la loro opinione. Non ci siamo limitati a sentire solo i Missionari, siamo andati direttamente alla fonte, ad incontrare i beneficiari finali dei nostri sforzi: questo è avvenuto in occasione di una lunga riunione con gli uomini e le donne del villaggio durante la quale le difficoltà e la consapevolezza di non farcela da soli sono venute fuori, le richieste concrete anche, il desiderio di andare avanti pure.
Ci siamo impegnati quindi a proseguire insieme ai nostri partner locali il percorso intrapreso, a sostenere economicamente e con la nostra presenza costante i progetti avviati che hanno ora bisogno di un rinforzo. Abbiamo chiesto un impegno formale ai nostri amici Missionari: quello di valutare le reali necessità, le priorità, i tempi di realizzazione delle azioni, di quantificare queste necessità in importi economici mensili; noi ci impegneremo a valutare le loro richieste e a sostenere costantemente, passo passo, ogni azione che verrà intrapresa. Abbiamo chiesto alla comunità garanzie di impegno, di motivazione e di serietà nel lavoro di squadra e uno sforzo per la tutela della sicurezza del villaggio; noi abbiamo garantito il monitoraggio costante del progetto e la nostra vicinanza anche fisica, tramite i nostri collaboratori già presenti in Madagascar. I nostri partner si impegneranno a rendicontare ogni spesa e a comunicarci ogni problema che potrebbe condizionare l’andamento del progetto; noi ci impegneremo nella valutazione di tutti i report economici e a garantire la sostenibilità costante e puntuale al progetto.
Questi impegni reciproci sono stati formalizzati in un Contratto di Collaborazione “a tempo determinato” che avrà scadenza al 31 dicembre 2014. La scadenza impegna tutti a rivederci e a rivalutare il nostro percorso fra 6 mesi. Forse il procedere a piccoli passi e a scadenze brevi ci aiuterà in questo percorso e nel camminare fianco a fianco. L’impegno formalmente è stato siglato dal nostro Presidente Francesco Cimino, da Padre Albert e da Suor Damien, ma resta sottinteso che noi volontari tutti dovremo sostenere l’associazione in questo impegno e che tutta la comunità del villaggio si dovrà impegnare ad andare avanti guidata dai missionari.
E’ stata davvero dura…ma alla fine ce l’abbiamo fatta!
A volte la costruzione della strada è facile in confronto al cammino che bisogna percorrere su quella stessa strada!
La storia di questo progetto mi ha insegnato che non bisogna mai dare nulla per scontato, che gli sforzi maggiori sono sempre quelli compiuti nel cercare di dare speranza e di cambiare la mentalità di chi è davvero povero e crede di non avere un futuro. Mi sono accorta della reale fatica e degli sforzi enormi che i nostri amici missionari compiono giorno per giorno, che lo sconforto è sempre in agguato dietro l’angolo, che il nostro sostegno è fondamentale per loro e che la nostra vicinanza è indispensabile, non solo dal punto di vista economico ma anche morale. Sono sempre più convinta che Ilena sia un progetto importante, che le difficoltà che si incontrano siano un sintomo della vitalità del progetto stesso, che solo tutti insieme, con un patto di fiducia reciproca, si puà andare avanti, che i nostri sforzi e quelli dei nostri donatori non sono stati vani, che il futuro per i bambini di Ilena DEVE essere garantito!