Torna l’appuntamento con i campi di lavoro, per passare un’estate solidale in Madagascar

L’esperienza, che ha avuto il suo esordio nel 2013, è nata per caso da giovani interessati alle nostre attività umanitarie in Madagascar che hanno espresso la volotà di vivere da vicino i nostri progetti, lavorando direttamente nelle varie Missioni. Sono nati così i “CAMPI ESTIVI IN MADAGASCAR”, che si ripeteranno anche la prossima estate.

di Miriam Ferrarini

 


 

L’Associazione , per far conoscere da vicino i numerosi progetti umanitari che ha in essere in Madagascar, ha deciso di allargare l’esperienza non solo ai giovani ma a tutti coloro che hanno voglia di rimboccarsi le maniche e fare una vacanza all’insegna della solidarietà e con il desiderio di conoscere e di vivere a fianco di quelle meravigliose persone, i MISSIONARI, laici o religiosi, che hanno scelto di dedicarsi al popolo malgascio e che, con il loro impegnativo lavoro giornaliero, fra mille difficoltà gestiscono tutte le nostre attività.

Il programma prevede la partenza a fine luglio 2015 il ritorno a fine agosto 2015.

20141121_174833Arrivati in Madagascar ci si recherà al sud, fulcro delle Missioni dove collabora attivamente l’associazione: Mahasoa, Sakalalina e Fianarantsoa.

Le competenze di ognuno saranno utilissime per far fronte ai tanti impegni giornalieri delle Missioni, ma servirà soprattutto tanta voglia di reinventarsi e mettersi a disposizione per qualunque tipo di mansione necessaria.

Sarà sicuramente un’esperienza entusiasmante che rimarrà impressa nei cuori di tutti i Volontari che parteciperanno, forse, per tutta la vita. Da chi ha già vissuto l’esperienza, il consiglio a tutti è di guardare ed ascoltare tanto senza dare giudizi, e per molte cose di non cercare neanche lontanamente di riuscire a capirle.

Il primo dono del Madagascar è il sorriso irresistibile dei bambini, la loro curiosità, la capacità di gioire e giocare con piccole cose. Poi si respira la calma, il tempo ha una dimensione diversa, non sarà tutto ameno, la povertà la fa da padrona ma al suo fianco c’è tanta fierezza, dignità. Si ritorna cambiati, si daranno priorità diverse ai valori. I ricordi e le emozioni riempiranno la valigia di chi avrà saputo godere dei mille aspetti con cui il Madagascar e la sua gente ti avvolgono.

I partecipanti saranno ospitati negli alloggi delle Missioni sopra descritte, tutti i costi di viaggio e vitto saranno a loro carico, per ora non è possibile stabilire il costo totale, in quanto mancano le tariffe aeree definitive.

Per informazioni contattare la segreteria dell’Associazione via Newton 150 41126 Modena tel. 059/ 330068 dalle 16,30 alle 19,30 (responsabili Giulia o Nella)

mail – segreteria@lavitaperte.org
sito – www.lavitaperte.org

E nel cuore cosa rimane? Matteo, un ragazzo che ha preso parte alla missione di agosto 2013, ve ne comunica qualcuna.

Ti svegli un giorno nel tuo letto e realizzi che è tutto finito, in un lampo.
Gli occhi piangono, il cuore ride, la mente viaggia nei ricordi, nelle immagini, nelle parole; e rivivi in pochi istanti tutta l’avventura di una missione strana, una missione densa di emozioni, per la quale si era partiti con uno zaino colmo di aspettative ingenue, aspettative di una mente occidentale plasmata da bisogni e mire per nulla fondamentali alla la vita di un uomo, ma propri solo di un “vasà”.
Come è il Madagascar?? E’ una terra arida e colma di verde, secca e piena di sorgenti, ricca e che non ha quasi niente…è una terra varia, è una terra rossa. E’ rossa, come rosso è il sangue del suo popolo, unito da un’unica lingua nazionale e da centinaia di dialetti locali, unito da un sole cocente e da una tela blu scura su cui qualche artista ha impresso una meravigliosa via lattea ed una luna enorme, più luminosa di un faro. E forse è proprio questo cielo a dare la forza agli abitanti dei villaggi, ad ogni missionario e ad ogni essere vivente dell’isola di sorridere sempre, di piangere di gioia per una maglietta donata, di non lamentarsi nemmeno di fronte al dolore del parto.
Ogni missionario incontrato è un universo a se, legato a tutti gli altri dalla via lattea sopra la propria testa, ed io ero una scatola vuota.
Grazie a Giulia e a tutto lo splendido gruppo con cui ho convissuto un mese intero, questa scatola non è più vuota, c’è un piccolo germoglio che inizierà a crescere in una terra rosso fuoco.


 

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