Storia della missione in Madagascar di un gruppo di volontari, tra povertà estreme e nuove oasi di salute e lavoro. Giardinieri di sapere per colti- vare persone. Sono donne e uomini saliti su un aereo e che si sono tuffati nel profondo sud del mondo…….
Dalla Gazzetta di Modena
di Stefano Totaro
Giardinieri di sapere per colti- vare persone. Sono donne e uomini saliti su un aereo e che si sono tuffati nel profondo sud del mondo, a migliaia e migliaia di chilometri di di- stanza per dimostrare che, no- nostante le difficoltà e gli im- mancabili intoppi, le distanze non esistono.
Un tuffo che diventa una missione, un mestiere, una volontà che parte dallo slancio tipico del volontario e che riesce a incanalarsi in strutture, in situazioni, in realtà forti e vive. E quando è così allora i giardinieri portando i loro semi, i loro attrezzi, con l’aiuto degli altri colleghi del posto, possono far fiorire persone. Alfeo Corassori, La vita per te, la neo promossa Organizzazione non governativa modenese continua a creare e a coltivare giardini umani nel Madagascar flagellato da malattie e da cicloni e uragani che annientano l’agricoltura nel sud di un Paese che è lungo tre volte l’Italia.
L’Ong guidata dal professor Francesco Cimino, medico ortopedico che in quest’ultimo “sbarco” in aprile ha sul posto operato una ventina di bambini, da poco meno di una ventina d’anni ha creato e mantiene in vita, grazie all’appoggio locale di missionari e di altre associazioni malgasce ed europee che hanno lo stesso obiettivo, dei “giardini di vita”: si va dai piccoli ospedali autonomi e attrezzatissimi in mezzo alla brousse sterminata e incredibilmente popolata, da un “campus” per centinaia di ragazzi nati nel tempo da un manipolo di case costruite per ospitare lebbrosi, dispensari, coltivazioni mirate, luoghi per la riabilitazione, scuole elementari e professionali.
Le radici affondano a Modena e le piante sbucano in Madagascar, la terra della vaniglia, degli zebù che segnano il tempo con le loro migrazioni da nord a sud, la terra delle donne con dieci figli, piegate nelle risaie a coltivare mattina e sera.
I volontari a Modena e nelle altre filiali, come quelli di Vittuone nel Milanese, organizzano cene, mercatini, raccolte di fondi, si prodigano in adozioni a distanza cercano finanzia- menti e grazie a tutto questo lavoro producono vita.
Una molla che scatta in chi ha capito di aver dentro il dono della solidarietà: un motore che in questo mese di aprile ha accomunato e fatto andare in missione in Africa il gruppo di “giardinieri”: cinque medici del Policlinico (il luminare della anatomo-patologia e citologia professor Francesco Rivasi, un veterano di queste esperienze, l’ostetrica Donatella Romitti originaria di Mantova, la biologa Graziella De Aloysio, le giovani biologhe Chiara Castagnetti di San Martino in Rio e Alice Pizzi di Bastiglia) la futura studentessa in Medicina Cristina Bombarda, la farmacista comunale Loretta Ferraguti, il geometra factotum Roberto Leoni. l’architetto umbro Leonardo Orsini, la bancaria Patrizia Vandelli di Pavullo che si occupa delle adozioni a distanza, Piera Prina che gestisce la filiale dell’associazione nel Milanese,il giovane volontario Daniele Casarini la “vecchia guardia” dell’associazione ovvero Franco Zanasi, che ha adottato una splendida bambina chiamata Regina, Nella Rossini cardine infaticabile e suo marito Franco Casolari.
Una squadra compatta e variopinta: chi ha gettato le trame per una nuova ala di un ospedale,chi ha tenuto un corso d’aggiornamento sui tumori all’utero (tra le cause primarie di moralità femminile) ai medici e agli studenti delle strutture locali, chi ha analizzato pap test e inaugurato il nuovo apparecchio che consente la telemedicina, chi ha ti- rato le file per rendere possibili nuove adozioni, chi ha creato dei laboratori galenici e insegnato come si costruiscono, come si fanno le medicine, le pastiglie, gli sciroppi e alchimie varie, essenziali per la gente e soprattutto, in seguito, gratuite.
In corso d’opera è nato un nuovo gemellaggio per salvare famiglie che vivono con miriadi di bambini in specie di catacombe, ricavate nella terra e costruite con sacchetti di plastica e legno, sotto ad una spianata di cemento abbandonata. È bastata una visita sul posto ed è scattato subito un piano di salvataggio per queste famiglie.
Povertà estreme e percorsi per ridare salute, istruzione e dignità a piccoli e alle famiglie: é questo il mix di fondo che accompagna e alimenta gli obiettivi di questa associazione modenese che proprio da pochi mesi, da novembre, ha com piuto in grande salto diventando una Ong, con la possibilità quindi di accedere a livelli più elevati, ma anche più burocraticamente complicati, di progetti e di cooperazione internazionale.
Un viaggio della solidarietà, della speranza, per proporre e per gestire ciò che in questi anni è stato creato: una missione intensa per questi “giardinieri” fatta di tenacia, di commozione, di tanto amore, di contatti, di stette di ma- no con ministri del Madagascar chiusi in austeri palazzoni che ricordano quelli classici dell’Est europa, di cerimonie danzanti con vicesindaci e capivillaggio, di colori, profumi intensi, massacranti su e giù sulle piste di terra rossa trafo- rate da buche, di tramonti roboanti e di allegre danze con i ragazzi grandi e piccoli che tornano a camminare dopo l’ope razione e con il gesso portato come trofeo. Per una nuova vita, La vita per te.