“una discesa” da Nord verso Sud su è giù per gli altipiani centrali e con una escursione termica di 20°!!! Quattro giorni di viaggio, tante tappe e tanti imprevisti: gomme bucate, batteria morta,Bancomat che non funziona problemi di sicurezza …
Elisa riferisce “Infine giuro che quando abbiamo scaricato i materiali a Mahasoa quasi quasi mi sono commossa…davvero sono convinta che quello che abbiamo fatto sia un miracolo”.
La missione è stata lunga, pesante ma allo stesso tempo meravigliosa ed entusiasmante.
di Elisa Sala
“Diario di Bordo” Trasporto materiali per l’atelier da Mahajanga Nord del Madagascar a Mahasoa al centro dell’Isola Rossa
- il 24 luglio a Mahajanga al magazzino della Diocesi dove i materiali erano stoccati. Con Padre Bruno abbiamo fatto più giri per caricare tutto sul camion che nel frattempo era fermo in riparazione in garage. Ci siamo arrangiati con i mezzi che avevamo a disposizione e alla fine del pomeriggio, verso le 17, siamo riusciti a terminare il lavoro. L’indomani il 25 luglio siamo partiti alla volta di Tana. Il problema del camion era che non aveva una protezione per il materiale caricato, quindi per sicurezza ho chiesto a Mireille di poter parcheggiare il camion all’interno del cortile della Fondazione per la notte. Non c’è stato nessun problema. L’indomani mattina, il 26 luglio, siamo partiti per Fianarantsoa e alle 21.30 siamo arrivati, dopo una piccola pausa ad Antisirabe per pranzare. Il viaggio con il camion è stato lunghissimo, non si potevano fare grandi velocità e ogni tanto ci siamo dovuti fermare per stringere le corde di sicurezza. Gli autisti di Padre Bruno hanno dormito all’Hotel Madagascar.
- il 27 luglio lunedì alle 7.00 ci siamo trovati al Rex dove abbiamo parcheggiato il camion, sempre per ragioni di sicurezza. Abbiamo scaricato tutto ciò che era destinato a Fianara e abbiamo sistemato il restante materiale in modo da riuscire ad arrivare a Mahasoa in sicurezza. Abbiamo fatto per accendere il camion di Padre Bruno e la batteria era morta. Abbiamo spinto il camion finchè è ripartito. Abbiamo tirato fuori la 4×4 dal cortile e abbiamo scoperto che la gomma anteriore destra era completamente a terra. Durante la riparazione ho approfittato per fare un salto in banca per recuperare il necessario per la missione e…indovinate un po’…il bancomat non funzionava. Vi giuro sono stata tentata di tornare a casa e di andare a dormire…per come era iniziata la giornata ero terrorizzata da quello che sarebbe potuto succedere in seguito… In ogni caso dopo un po’ il bancomat è stato riparato, la gomma della macchina cambiata e il camion era a posto. All’alba delle 9 siamo partiti per Mahasoa e dopo 6 ore siamo arrivati. La pista con il camion è stata un pochino impegnativa. Ma ce l’abbiamo fatta. Appena arrivati a Mahasoa abbiamo salutato tutti e abbiamo mangiato qualcosa (erano già le 15.30 ma Suor Berthine ci ha visti affamanti, ha avuto pietà di noi e ci ha preparato qualcosa di buono).
– il pomeriggio del lunedì 27 luglio abbiamo scaricato tutti i materiali con l’aiuto degli operai di Suor Berthine. E soprattutto abbiamo aperto i cassoni grandi per recuperarne il contenuto. Dovevate vedere la faccia di Ms Bruno…non poteva credere ai suoi occhi! Con Padre Eugenio abbiamo studiato bene la disposizione delle macchine e le caratteristiche elettriche. In questo modo si potrà completare definitivamente l’impianto elettrico che è già predisposto ma prima di attivarlo definitivamente c’era bisogno di capire che macchine ci sono e con che voltaggio e amperaggio. Ora che è arrivato tutto nel giro di qualche giorno verranno sistemate le cose. - il 28 luglio ci siamo dedicati all’apertura dei colli più piccoli e all’inventario dei materiali. Abbiamo trovato tutto quello che era nell’elenco (tranne le due carrozzine per disabili) In allegato la copia dell’inventario in francese che ho lasciato a Suor Berthine e la copia di quello in Italiano che ho tenuto io. Mentre abbiamo fatto l’inventario abbiamo fatto anche l’elenco di quello che manca e dei consumabili che servono per lavorare. Ho lasciato a Mahasoa una delle due casse di legno, l’abbiamo smontata e verranno utilizzati i pannelli per attrezzare le pareti per appendere gli utensili. Ho messo comunque anche i 5 pannelli di legno nell’iventario. Nel frattempo i due autisti di Padre Bruno sono rientrati a Marovoay.
- il 29 luglio l’Atelier ha ufficialmente inziato a lavorare. Nell’attesa di poter costruire le ortesi con i materiali appropriati che dovremo cercare perchè ancora mancano, sono state costruite due attelle provvisorie per Francois e Nolo partendo da un tubo in PVC. SI capisce che non sono certo una soluzione definitiva e nemmeno ideale, ma intanto per i prossimi giorni possono aiutare. In allegato le foto della preparazione delle due attelle. Abbiamo assisitito tutti alla preparazione che è stata effettuata da Ms Bruno e dalla equipe della formazione.
- il 30 luglio siamo rientrati a Fianarantsoa. Siamo partiti alle 8 dopo i saluti e siamo arrivati alle 12.30. Il viaggio è andato bene.
Confesso che quando sono partita per Mahajanga ero un pochino spaventata all’idea di fare un viaggio così lungo e soprattutto mi chiedevo se sarebbe andato tutto bene e se sarei riuscita a recuperare tutto senza dimenticarmi nulla, sperando che le automobili non si rompessero e che non avremmo avuto problemi di sicurezza (che in realtà sono quelli che mi spaventano di più). Arrivati a Marovoay e a Mahajanga ho tirato un bel sospiro di sollievo e ti garantisco che vedere il mare e un po’ di cielo azzurro senza la nebbia di Fianara, scaldarmi un pochino le ossa al caldo del Nord mi ha consolato. Poi essere riuscita a portare anche il materiale della farmacia a Marovoay è stata una conquista. Anche consocere di persona Dottor Candide (la Responsabile del Centro Bardelli nostro partner nel Progetto della Prevenzione dei tumori femminili) mi ha fatto un grande piacere. Insomma alla fine la paura è svanita e mi sono risollevata. Quindi il viaggio di ritorno è stata “una discesa” da Nord verso Sud su è giù per gli altipiani centrali e con una escursione termica di 20°!!! Infine giuro che quando abbiamo scaricato i materiali a Mahasoa quasi quasi mi sono commossa…davvero sono convinta che quello che abbiamo fatto sia un miracolo. Bisognava vedere la faccia di Ms Bruno…se avesse le gambe si sarebbe messo a saltare come un pazzo dalla felicità. Ora davvero mancano solo le ultime cose ma poi credo che partiremo alla grande e se siamo bravi Mahasoa diventerà davvero un punto di riferimento importante per la cura dei bimbi e in generale per la rieducazione e il sostegno alla disabilità. Figurati che la sera quando abbiamo finito, mentre mi fumavo la sigaretta del tramonto, ho pensato a Paloma e a Luca (Borelli, Carcassa, il figlio della Lella che è morto qualche giorno fa) e ho pensato quanto sarebbero stati fieri di vedere quello che abbiamo fatto. Per me l’Atelier è dedicato a Luca, almeno nel mio cuore è così.
Insomma ieri sono rientrata stanca morta con più di 2000Km sul groppone di strade meravigliose e di panorami da togliere il fiato, ma alla fine sono contenta, anzi molto contenta, anzi contentissima perchè vedo che almeno questo progetto ci mostra ogni giorno certo le sue difficoltà ma anche e soprattutto i suoi risultati. Vedere partire Annia, Soloniaina, Sandrina, Sarobidy, Janidy mercoledì mattina è stato difficile da un certo punto di vista perchè mi ero affezionata a questi bimbi (dei quali forse fra un po’ mi dimenticherò il nome ma che restaranno sempre nei miei pensieri), ma se penso a quanto sono stati forti a sopportare tutto quello che hanno sofferto per guarire mi sembrano dei giganti, e sono un grande esempio per me: se ce l’hanno fatta loro ce la posso fare anche io!Elisa Sala Cooperante della ONG
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