Non mi era ancora capitato in tutti questi anni di poter assistere di persona a tutto il percorso di guarigione dei nostri bimbi di Mahasoa. La fortuna di essere qui e di vivere qui è anche quella di poter seguire da vicino ogni loro piccolo “passo” verso la conquista della libertà di correre e di camminare!
di Elisa Sala – Representant à Madagascar – ONG La Vita per Te
Solo qualche mese fa, a febbraio sono stata a Mahasoa per le visite preliminari ai bimbi appena arrivati e a quelli che erano già da qualche mese in lista d’attesa per la operazione. Tanti bimbi piccoli e per lo più affetti da gravi, anzi gravissime deformazioni legate al rachitismo.
Insieme a Professor Duval e al Dottor Cimino sono stati visitati 13 piccoli pazienti, che in linguaggio medico si definirebbero “casi” ma che noi preferiamo chiamare semplicemente “i nostri bimbi”. Alcuni di questi casi erano talmente difficili e talmente complessi che sia il Professor Duval che il Dottor Cimino sono rimasti molto colpiti, dal momento che sino ad ora, di casi come questi non ne erano mai ancora mai stati descritti nella letteratura scientifica internazionale.
Questo dimostra come la malnutrizione e la povertà colpiscano duramente anche con il loro effetti indiretti, provocando queste terribili malformazioni ossee che condannano i bambini a handicap sempre più gravi e ad una vita estremamente difficile!
Questi bimbi, in un modo o in un altro, hanno avuto la fortuna di capitare a Mahasoa e di essere accolti al Preventorio di Suor Berthine, dove vengono curati, nutriti, sino a che non diventano abbastanza forti da sopportare l’operazione di ricostruzione delle ossa.
Ad aprile infatti si è svolta la prima sessione dell’anno di chirurgia a Sakalalina. L’equipe del Professor Duval si è presentata puntuale all’appuntamento con l’equipe della ONG e con il gruppone di Mahasoa: 12 bimbi, 4 suore, 3 accompagnatori.
Per tre giorni consecutivi la sala operatoria di Sakalalina è stata a disposizione della nostra equipe chirurgica. Operazioni complesse, molto lunghe e molto impegnative, ma l’equipe ha veramente dato il meglio di sé e alla fine tutti i nostri cuccioli sono stati operati e gli interventi sono andati tutti molto bene. L’attesa di entrare in sala operatoria è sempre molto lunga per tutti, per i bimbi che aspettano con pazienza e fingono di non avere paura e per i volontari, come Giulia e Francesco, che restano sempre sbalorditi dal modo esemplare con cui questi piccoli pazienti sopportano questi interventi così pesanti. Questa volta i bimbi erano davvero tutti molto piccoli, come Nasoavina, di 3 anni, che sorride raramente … ma quando si lascia andare è l’incarnazione della dolcezza, oppure come Elson, 4 anni che fa ridere solo a guardarlo, oppure Cassine 6 anni, la Principessa vestita sempre di rosa, alla sua seconda operazione, oppure ancora come la nostra splendida Jessica, 7 anni, da 3 anni al Preventorio a Mahasoa e una infinità di interventi e trattamenti che l’hanno costretta per buona parte del tempo su una sedia a rotelle.
Insomma tutti loro con una forza e un coraggio da leoni hanno affrontato chi per la prima, chi per la seconda, chi per la terza volta questo passaggio duro e difficile che è la operazione chirurgica. Loro si affidano a te, a noi, si addormentano con i lacrimoni agli occhi ma senza dire una parola, si svegliano con le gambe doloranti e dei pesanti gessi che li bloccano in ogni movimento, ma con la speranza di vedere prima o poi le proprie gambe guarite e i propri piedi dritti! Se imparassimo da loro e dal loro coraggio?????
Qualche settimana fa, a fine maggio, siamo scesi a Mahasoa con la nostra Pediatra, la Dottoressa Prudence, che ha visitato personalmente tutti i bimbi e ha identificato e diagnosticato almeno tre casi di malnutrizione grave. Questi tre bimbi, prima di essere operati e di incominciare il trattamento ortopedico dovranno seguire una dieta specifica che li aiuti a guarire innanzitutto dalla malnutrizione e poi dia loro abbastanza forza da affrontare tutto il percorso ortopedico. La Dottoressa è rimasta meravigliata dalla nostra opera a Mahasoa, non si aspettava di vedere un posto come il Preventorio, lei malgascia e medico non aveva alcuna idea che esistesse un posto come quello! La cosa che più l’ha colpita, come medico, ma soprattutto come mamma, è il coraggio e la forza che hanno i bimbi così piccoli ad affrontare da soli, senza i genitori questo percorso così duro e difficile.
Questa ultima missione invece è stata dedicata ai controlli e alla rimozione dei gessi dei bimbi. Chi è pratico di sala gessi non si scompone più di tanto nel sentire il sibilo della sega da gesso … anche i bimbi “più esperti” ormai non si impressionano più tanto … ma chi non ha mai visto o assistito alla rimozione del gesso forse resta un po’ colpito. Il Dottore taglia con mano sicura e forte lo spesso strato di bende gessate indurite, dopo qualche movimento deciso il gesso si apre in due e i piedini si intravedono tra gli strati di bende e di cotone. La reazione dei bimbi quando vedono per la prima volta i propri piedi dritti è davvero imperdibile, restano senza parole … qualcuno quasi si vergogna, come se non li riconoscesse, qualcuno piange, qualcuno ride sorpreso!
Controllate le radiografie dopo 3 mesi dalla operazione i Medici decidono se è possibile oppure no togliere il gesso e incominciare la fisioterapia. Occorre guardare bene se le ossa si sono be saldate, soprattutto dopo le operazioni di osteotomia, che sono le più pesanti perché comportano la “rottura” dell’osso della tibia per poi ricostruirla. Per i nostri 12 bimbi operati ad aprile si è pensato che forse è meglio aspettare ancora qualche settimana e dare il tempo alle ossa di saldarsi bene. Dunque il Dottor Cimino e il Professor Duval hanno rifatto i gessi a tutti i bimbi, hanno medicato le cicatrici, hanno verificato le condizioni generali dei piccoli e si sono dati appuntamento all’inizio di agosto per la prossima missione di valutazione.
Un’altra grande novità di questa ultima missione a Mahasoa è stata la presenza di un grande amico, Rosario Volpi, responsabile della Comunità di Ambalakilonga di Fianarantsoa gestita dalla Fondazione EXODUS.
Rosario e la sua Associazione che si chiama ESF, cioè Educatori Senza Frontiere, è specializzato nell’ambito educativo e di supporto sociale, in particolare ai giovani e agli adolescenti.
Abbiamo raccontato a Rosario le nostre attività a Mahasoa e lui ha deciso di seguirci in missione per venire a vedere con i propri occhi di che cosa si tratta. Abbiamo condiviso insieme a lui e all’equipe di Mahasoa le tante difficoltà nella gestione dei bambini del Preventorio. Innanzitutto non è raro che le famiglie dei bambini, dopo 2-3 anni di assenza dovuto al ricovero al Preventorio, non li rivogliano più a casa, soprattutto se le famiglie sono povere e se ci sono tanti altri figli da mantenere, dunque di fatto alcuni dei bambini del Preventorio rischiano di essere abbandonati dalle proprie famiglie. Inoltre durante il loro lungo percorso di guarigione i bimbi avrebbero il diritto comunque di poter andare a scuola, ma le loro condizioni fisiche e il programma di riabilitazione richiede una programmazione didattica ed educativa del tutto speciale. Anche gli operatori che vivono costantemente con i bambini, giorno e notte, spesso si trovano in difficoltà nel gestire tanti bimbi di età differenti e con necessità ben particolari, ma questi operatori non hanno effettivamente nessuna base di conoscenza di metodi educativi o di pedagogia che possano supportarli in questo difficile “lavoro” che è l’assistenza ai bambini con handicap. Insomma tutte queste necessità sono ormai, dopo alcuni anni di sviluppo del progetto, evidenti e la risposta a queste necessità non può tardare oltre. Rosario, vista la situazione, ha dato la sua disponibilità per mettere in gioco la sua esperienza e la competenza sue e dei suoi collaboratori per aiutarci. Il suo impegno sarà quello di studiare, da qui a settembre qualche soluzione possibile alle necessità dei bimbi e di poter effettivamente pensare ad una collaborazione con la nostra ONG per il supporto all’ambito educativo. La collaborazione e la messa in comune delle forze e delle competenze sono sempre auspicabili tra le Associazioni, ma qui in Madagascar e in queste realtà così complesse e che presentano talmente tante necessità se ciascuno fa la sua parte allora ci sono molte ppiù probabilità di successo e di supporto completo al progetto che può così avere una maggiore probabilità di svilupparsi e soprattutto in maniera sostenibile anche nel futuro!