2012 Settembre
Ciao, vi racconto alcuni parti un po’ speciali, ma anche un po’ tristi.Il primo è stato improvviso.
Eravamo al dispensario a fare le solite attività e ci hanno chiamati urgentemente perché c’era una ragazza che stava partorendo per la strada davanti casa. Io e un’altra ostetrica siamo corse prendendo al volo guanti e la cassetta di sala parto, abbiamo seguito una donna che ci ha detto di essere una parente della ragazza e che ha visto la testa del bambino uscire. Siamo corse prima possibile quasi cadendo nella sabbia rossa che ci ha sporcato i piedi e che alzandosi crea un polverone come nei cartoni animati…
Dopo essere entrate in una stradina in mezzo a tante casette di fango e legno siamo arrivate davanti a una specie di portico dove era sdraiata per terra la gravida. L’ho visitata e la testa era alla vulva, alcune spinte e la testa uscì e subito nacque una bella bambina che ha pianto immediatamente e che stava bene, come quasi dicendoci: “Avete visto che semplice la vita e che bello nascere a casa mia…?!”.
Poi ho alzato la testa e mi sono accorta che eravamo circondati da ragazze, donne, bambini, parenti, vicine e amiche della partoriente che avevano assistito all’evento. Le donne più anziane cacciavano i bambini che spiavano da dietro lo steccato e le piante, affinché non vedessero cosa stava succedendo.
La donna si era un po’ lacerata e la fuoriuscita della placenta non era completa, avevamo bisogno di portare la donna al dispensario per poter fare una revisione uterina, fare la sutura e dare le medicine antiemorragia. Abbiamo mandato a prendere una sedie a rotelle e l’abbiamo portata subito al dispensario. Dopo aver fatto tutte le pratiche ci siamo accorti che la puerpera era molto debole e anemica, era pallida e le congiuntive erano bianche.
Abbiamo visto nel suo carnet che era già anemica in gravidanza. Dopo il parto la donna era stabile e non c’era emorragia ma lo stato anemico non era rassicurante, abbiamo quindi fatto le analisi del sangue per vedere il valore di emoglobina, ed era 6 g/dl. Per una donna che ha partorito è normale che l’emoglobina scenda un po’ ma non si può arrivare a 6, sarebbe un valore troppo basso. Sarebbe stata necessaria una trasfusione di sangue. Naturalmente ad Ambovomavo non c’è la banca del sangue..
La ragazza non ha famiglia ma è seguita da parenti, è giovane (17 anni) non ha lavoro e non è sposata, i parenti hanno anche altri figli e pochi soldi per far fronte a tutte le spese per le cure della ragazza. Il secondo è stato un parto gemellare. Sabato notte. Misoa, l’ostetrica malgascia, mi telefonò alle 3.30 dicendomi che c’era una donna in travaglio, era una prima gravidanza gemellare a 4-5 cm di dilatazione. Mi alzai e andai subito ad Ambovomavo. Facemmo l’ecografia e confermammo la gravidanza gemellare ma c’era un problema: i bambini erano prematuri di 35 settimane. Erano tutti e due in presentazione cefalica (di testa) e il battito era presente anche se uno dei gemelli manifestava delle decelerazioni della frequenza cardiaca.
I bambini non sembravano troppo piccoli e poi la presentazione era favorevole per un parto normale. Decidemmo comunque di partire per portare la donna all’ospedale di Mahajanga per la prematurità dei bambini, per la sofferenza di uno dei due e per i rischi di un parto gemellare che possono insorgere improvvisi. Eravamo consapevoli che rischiavamo di fare il parto in macchina nel tragitto fino all’ospedale perché la dilatazione era già avanzata e quindi non riuscire ad arrivare in tempo all’ospedale perché il viaggio dura circa 2h e 30. Quindi abbiamo preparato tutto il materiale che ci poteva servire per fare il parto e siamo partiti verso le 5h 30 di mattina. Durante la strada ci siamo fermati più volte per controlli e per far riposare la donna, perché sentiva più volte, a causa delle tante buche della strada, lo stimolo di andare in bagno e la necessità di cambiare posizione.
La ragazza (molto giovane, 18 anni, di nome Suzanne) è stata molto brava, non si è mai lamentata, ci ascoltava e seguiva tutti i nostri consigli.
A pochi km da Mahajanga, verso le 8.30 – 9h , Suzanne ci disse che sentiva delle contrazioni forti con delle spinte, cosi accostammo sul bordo della strada e appena trovato un posto un po’ sicuro la visitammo. Era a dilatazione completa e si sentiva molto bene la testa del bambino. Ci preparammo in velocità, sistemando la donna nei due sedili davanti. L’ostetrica Misoa, con la testa della ragazza sulle ginocchia, la incoraggiava e le spiegava cosa doveva fare; io dall’altra parte ero preparata per il parto. Dopo poche spinte e anche se la posizione non era delle più comode per la donna è nato il primo gemello. Maschio, stava bene e ha pianto subito, lo abbiamo staccato dalla placenta e avvolto in panni puliti.
Il secondo gemello era molto più alto e sebbene era in presentazione cefalica non era nella posizione più favorevole per la nascita. Il parto del secondo gemello doveva essere fatto prima possibile per evitare complicanze come emorragie e sofferenza fetale. Il bambino non scendeva e così io e Misoa ci siamo scambiate di posto, lei provava delle manovre interne per aiutare il bambino a scendere e io da sopra cercavo di fare delle manovre pressorie per aiutare le spinte materne, (la donna era molto provata).
Dopo molti tentativi il bambino nacque ma purtroppo era già morto. Inutilmente provammo a rianimarlo. Portammo subito i bambini e la donna in ospedale, dove vennero fatte le prime cure al bambino e l’assistenza alla mamma. Tutto poi andò bene.
Riflettendo con Misoa abbiamo concluso che il bambino nato morto ha sofferto durante il travaglio e non avendo avuto la possibilità di fare subito il taglio cesareo non è riuscito a sopravvivere al parto naturale. Umanamente e personalmente mi sembra che abbiamo cercato di fare tutto il possibile per aiutarla e per salvare le vite di tutte e tre, ma per uno di loro non si è riusciti.
Claudia