La parte della “sensibilizzazione” è fondamentale per tranquillizzare le donne ed avvicinarle al percorso di prevenzione per i tumori femminili E’ un lavoro che richiede molta pazienza e moltissimo impegno ma alla fine porta i suoi frutti!
Ogni incontro con le donne e in generale con la popolazione di Fianarantsoa e della brousse è davvero emozionante………Tutti sappiamo che è difficile, ma noi non molliamo e continuiamo giorno dopo giorno in questa lotta contro il cancro, contro la malnutrizione e contro tutte le malattie che mettono a rischio la vita delle donne e delle loro famiglie!
di Elisa Sala
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“MAHAIZA MISAFIDY – handeha hiady amin’ny cancer – MANAOVA FITILIANA
Voaramaso akaiky – Lavitry ny homamiadana – Milamin-tsaina”
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Ovviamente per chi non mastica il malgascio serve la traduzione:
“FAI LA SCELTA GIUSTA – combatti contro il cancro – FAI LA PREVENZIONE!”
Fare una buona sorveglianza, tenere lontano i fattori di rischio, non avere paura” La sensibilizzazione e il dialogo con le donne e con le famiglie sono il nostro pane quotidiano al Rex. Negli ultimi 4 mesi abbiamo svolto più di 60 sessioni di sensibilizzazione e abbiamo incontrato all’incirca 1200 persone. Una parte della equipe del centro si impegna direttamente in queste attività di comunicazione per avere la possibilità di contattare quante più donne possibile e spiegare l’importanza della
prevenzione nella lotta contro i tumori femminili. Noi in Italia da qualche decina di anni sentiamo costantemente parlare di prevenzione, anche negli spot televisivi il classico “prevenire è meglio che curare” ormai è diventato un tormentone. Da almeno 30 anni le donne in Italia vengono invitate dalle strutture sanitarie pubbliche per lo screening per i tumori femminili. Qui in Madagascar invece non esiste quasi nel vocabolario la parola “prevenzione” che si traduce in genere con il termine “FISOROHANA”. Il pensiero di ogni donna qui di solito è: “non sono ammalata…perchè mai dovrei andare dal medico e fare
un esame?”. E’ molto difficile combattere con una mentalità che impone a chi si ammala, e ancor di più alle donne, di resistere al dolore fino all’ultimo momento, finchè non si può più aspettare, finchè insomma non è troppo tardi per intervenire. Ma questo accade per tutto: dal dentista ci si va solo quando il dente è ormai da togliere, all’ospedale ci si va solo quando non resta altro che operare, il parto assistito da personale sanitario è ancora un evento più unico che raro…i bambini nascono a casa sperando che non ci siano complicazioni! Insomma come si fa a proporre un test preventivo, qui si dice
“MANAOVA FITILIANA”, come il pap test e come si fa a parlare di cancro in un paese come il Madagascar in cui il Sistema Sanitario nazionale ha riconosciuto solo due anni fa il problema del cancro appunto come un problema di impatto grave sulla salute della popolazione?
Cosa significa fare “sensibilizzazione” in Madagascar? Organizzare una missione di sensibilizzazione in brousse per esempio sembra facile…ma non lo è affatto! Vi racconto una delle missioni più belle alle quali ho partecipato, nel comune di Mahasoabe a circa 45 km di distanza da Fianara (tutti su pista!).
Vi starete chiedendo cosa serve per fare una missione di sensibilizzazione? Innanzitutto serve un mezzo capace di arrivare dove a qualsiasi altro mezzo non può arrivare, perchè altrimenti sono capaci tutti…e noi il mezzo speciale ce l’abbiamo: è la mitica, fantastica, splendida LUISA ovvero il camion rosa e turchese che nella sua “vita precedente” portava in guerra i soldati e ora invece porta in giro per le strade del Madagascar le nostre equipe che sono in prima linea della lotta al cancro (la nostra è una “guerra bella” però! E la sensibilizzazione è la nostra arma numero uno!). Arrivare nei villaggi dei distretti sanitari più lontani con un mezzo come la Luisa garantisce sicuramente una certa visibilità…e questo già aiuta!
Questo mezzo oltre ad essere bellissimo è anche molto efficiente e dotato dei migliori strumenti didiagnosi dei tumori femminili (ecografo, mammografo, lettino da consultazione).
Poi serve l’equipe: due autisti specializzati nella guida del camion e le ragazze che animano la sensibilizzazione. Sono ragazzi e ragazze veramente tosti! Partenza alle 5,30 della mattina, zaino con tutti i materiali per la comunicazione, un pacchetto di cacapigeon, una bottoglietta d’acqua, due pile di ricambio per il microfono e soprattutto tanta tantissima energia per affrontare il viaggio, per allestire la postazione e per animare la piazza.
Ma quale è il giorno migliore per fare la sensibilizzazione in uno sperduto villaggio delle brousse? Non è assolutamente vero che un giorno vale l’altro…il giorno migliore è il giorno “del mercato”!!! Poco importa se è il mercato degli zebu, della friperie, del carbone…importante è che ci sia la gente. L’impresa è parcheggiare la LUISA e fare manovra senza calpestare le montagne di carote o schivando i polli legati per le zampe che non si spostano neanche volendo! Poi bisogna andare a cercare il Sindaco per chiedergli il permesso di iniziare e di venire a fare il “kabari” di apertura…ma dove sarà mai il sindaco nel giorno del mercato? Semplice al mercato degli zebu a contrattare per comprarsi il suo vitello!!! Ma mentre lo aspettiamo arriva sua moglie che ci dà una mano ad allestire la postazione…direi che questo gioca a nostro favore! In contemporanea però bisogna andare ad avvertire il Parroco del Villaggio (sì sembra proprio di essere nel film di Don Camillo e Peppone!) che manderà certamente ad aiutarci le suorine del dispensario della parrocchia… Insomma dopo un’ora di via vai siamo pronti!
E allora si può partire con la musica che richiama sempre l’attenzione, e mentre i bimbi accorrono per fare due salti le mamme li seguono e appena se se sono radunate un certo numero allora si può incominciare davvero con la comunicazione. Nei villaggi l’animazione deve essere veramente coinvolgente, le donne si avvicinano con un certo timore, subito non capiscono chi siamo e cosa stiamo facendo (se poi ci sono anche io la “vahazà lava be” che accompagna l’equipe la curiosità aumenta!), poi a poco a poco, grazie alle nostre ragazze, iniziano a partecipare, anche a fare domande e a chiedere spiegazioni. Gli uomini di solito assistono, ma se ne stanno un pochino in disparte quasi come non li riguardasse, ma le animatrici sono sempre molto attente e spesso rivolgono loro qualche domandina trabocchetto proprio per fare capire a tutti quanto sia importante la tutela della salute delle loro donne per la sopravvivenza della loro famiglia! Ma la parte più bella è sempre quando le ragazze insegnano la tecnica dell’autopalpazione del seno…subito regna l’imbarazzo, qualcuna ride, qualcuna si nasconde,qualcuna scappa via, ma per fortuna qualcuna si fa avanti e inizia per prima e allora anche il resto delle donne prende coraggio e prova a fare le semplici azioni per imparare a esaminarsi.
Insomma ogni missione è davvero un’avventura, ogni giornata sul campo ti porta a incontrare delle realtà che sono veramente incredibili. Anche il viaggio è un momento a sé, sai che parti (e cerchi di essere anche puntuale) ma non sai mai cosa potrai incontrare lungo la strada…basta un ponte che pensavi ci fosse ma il giorno della missione non c’è più perchè se l’è portato via l’inondazione…basta una mandria di zebu un po’agitati in mezzo alla strada e sei già bloccato…basta un taxi brousse con la gomma a terra in mezzo alla pista e non puoi fare altro che fermarti ad aiutare, se non altro per riuscire a passare!
Insomma gli imprevisti sono veramente dietro ogni curva, ma a noi non ci fa paura niente!
Ebbene sì si può fare, è dura, molto dura, ma si può fare. Poco a poco, goccia a goccia, donna dopo donna, un giorno dopo l’altro con tanta pazienza e con tanta forza si va avanti. E’ un lavoro meticoloso quello della sensibilizzazione. Bisogna gestire la parte logisistica e preparare le comunicazioni, preparare il materiale informativo, bisogna studiare metodi di comunicazione e di trasmissione dei messaggi sempre nuovi e al passo con i tempi…perché anche in Madagascar le “mode” cambiano!!!
Il personale della equipe è tecnicamente formato e con diversi anni di esperienza nella organizzazione e nella gestione delle sessioni di sensibilizzazione. Le ragazze che compongono al nostra equipe sono tutte allenate e formate per adattare il linguaggio e la comunicazione a seconda di chi si trovano davanti e alla situazione. Dopo tanta attività e avendo ormai un bel pochino di esperienza sanno rispondere anche alle domande più difficili e reagire professionalmente alle situazioni in cui il dialogo diventa quasi impossibile…come quando ti trovi davanti una donna che risponde al tuo invito alla prevenzione ” ma che cosa stai dicendo…il cancro non esiste, è solo un invenzione”.
Quando parti per una sensibilizzazione non sai mai quante persone ti potrai trovare davanti, forse 10, forse 50, forse 100…forse donne, forse uomini, forse ragazze e giovani…forse professori universitari, forse insegnanti, forse mondine delle risaie che non ricordano nemmeno quando è nato il loro ultimo bambino…dipende…ogni volta è una sorpresa e quindi bisogna essere davvero bravi ad adattare la comunicazione al momento!
Tantissime sessioni di sensibilizzazione si sono svolte direttamente al Centro Rex, come quella della settimana scorsa con più di 60 donne della Università di Andrainjato, oppure in un piccolo Centro Sanitario di Base della città, come per esempio ad Anjoma nel bel mezzo del mercato del venerdì o al Lebbrosario di Ilena, oppure nella piazza davanti all’Hotel de Ville (il Municipio) oppure in un’aula di università…ogni volta cambia! Sì forse le sensibilizzazioni in città non sono così “avventurose” come quelle in brousse, ma sono estremamente dense perchè il più delle volte le donne, una volta entrate al Rex, una volta accolte e messe a proprio agio si aprono e non hanno più vergogna o paura a fare anche le domande più intime. L’importante è farle sentire come “a casa” e libere di poter chiedere!
Tanto più che ogni volta anche “la platea” cambia. Vero, per la maggior parte sono sempre donne, ma non sono tutte uguali: abbiamo incontrato l’Associazione Fivoarana composta dalle donne che lavorano per l’Università di Fianarantsoa, abbiamo incontrato le ragazze della ONG Bel Avenir che ci hanno sommerso di domande tanto è grande il loro interesse per la propria salute, abbiamo incontrato la cittadinanza nella piazza di fronte alla Sede della Regione Haute Matsiatra come animatori in collaborazione con la Associazione JCI, abbiamo sensibilizzato anche i medici del Policlinico Universitario della città, siamo stati invitati dal Club Soroptimist di Fianarantsoa a tenere una sensibilizzazione speciale sulla prevenzione del cancro al seno! Per questo, per poter arrivare a trasmettere il nostro messaggio, a ogni tipo di donna cercheremo di studiare strumenti di comunicazione sempre migliori, di adattare anche il nostro materiale informativo (tutto rigorosamente scritto in Malgascio) a ogni tipo di ascoltatrice, che sia essa giovane o anziana, sia prof universitaria o venditrice di friperie al mercato, sia una parrucchiera o un medico. Per tutte le nostre donne il messaggio è sempre uguale, ma il modo di comunicare cambia e come! Poi in realtà non è detto affatto che la Dottoressa si convinca prima rispetto alla signora che vende i polli ad Anjoma…
Proprio oggi si è svolta una missione di sensibilizzazione un po’ speciale: siamo state invitate dalla Direttrice Interregionale del Dipartimento di Sicurezza Madame Hanitriny e dalla Direttrice del Carcere di Fianarantsoa Madame Mamisoa ad andare a incontrare le Agenti di Polizia Penitenziaria e le Detenute della prigione. Di fronte ad una richiesta come questa non ci si può tirare indietro! Le condizioni di vita in un carcere qui non sono proprio simili ad un Grand Hotel e le donne “ospiti” della struttura davvero hanno bisogno di essere seguite. Sì certo nel carcere c’è una infermeria ma assolutamente il personale sanitario non è in grado di seguire in maniera specifica la salute delle detenute, tento è vero che il medico del carcere è stato molto partecipe alla nostra sensibilizzazione. Le donne detenute sono circa 30 delle quali almeno 3 sono incinte. Per curarsi queste donne devono chiedere il permesso di uscire e se viene concesso vengono scortate dalle guardie all’ospedale. Anche per partorire vengono acompagnate in ospedale, qui il bambino nasce e poi dopo 3-4 giorni viene preso e portato all’orfanotrofio in attesa che la mamma esca e lo vada a riprendere. Qualunque sia il motivo per cui queste donne si trovano qui, per noi sono semplicemente donne e come tali hanno diritto ad avere tutelata la propria salute, senza se e senza ma. A breve prenderemo appuntamento per recarci in carcere, con ogni probabilità con l’Unità Mobile, per poter fare loro il pap test, una ecografia o comunque una consultazione specialistica. Anche il personale di sicurezza ha aderito a questa giornata di sensibilizzazione con grandissimo interesse, tutti i presenti, uomini e donne, hanno fatto tantissime domande e con la Direttrice si è pensato di fare una piccola convenzione per poter permettere a tutte di accedere al nostro servizio al Rex con facilità.
Nonostante le situazioni in cui ci troviamo a lavorare siano sempre diverse e a volte un po’ difficili, messaggio che ci impegnamo sempre a trasmettere è comunque sempre un messaggio che aiuta a tranquillizzare…il cancro fa già abbastanza paura da solo! Non per niente la parola malgascia “HOMAMIADANA” significa letteralmente “QUALCOSA CHE TI MANGIA PIANO PIANO” e in effetti è proprio così! Il nostro messaggio vuole sempre essere un messaggio di accoglienza, di comprensione, di vita e di speranza ed è per questo che il più delle volte lo associamo alla danza nelle nostre animazioni. Il Cancro sì fa paura, ma noi abbiamo le armi per pterlo combattere e prevenire! Le nostre armi nella lotta al cancro sono riassunte nel nostro slogan: noi proponiamo alle donne di intraprendere, per il proprio bene e di quello dei propri bambini e delle loro famiglie, un percorso di prevenzione fatto di:
1) Una buona sorveglianza medica, controlli e test periodici molto semplici, poco costosi, molto veloci che garantiscono davvero la possibilità di prevenire l’insorgere della malattia e in caso venga individuato anche un piccolissimo segnale di alterazione o di semplice infiammazione si può dare seguito alla sorveglianza con trattamenti farmacologici o medici adeguati.
2) Rispetto delle più semplici regole di vita sana: bando al fumo e all’alcool, un’alimentazione più possibile varia e ricca di vitamine, tanto sport e movimento …preferibilmente a tempo di musica e con un coach di Zumba che guida la danza!!!
3) Stare tranquilli e non avere timore di entrare al nostro Centro anche solo per chiedere qualche informazione e cercare le risposte a tanti dubbi sulla nostra salute che solo il medico può risolvere!
Insomma la lotta al Cancro qui non si può fare con la televisione o le grandi campagne di comunicazione supportate da tecnologie super avanzate, qui la lotta al Cancro si fa andando in mezzo alla gente, incontrando le persone, parlando con loro, ascoltando ogni donna. Magari prima di essere pronte a fare il Pap test queste donne dovranno ascoltare 3, 4 sensibilizzazioni, venire ad informarsi 4, 5 volte, ma poi acquistano fiducia e arrivano…e noi le accogliamo a braccia aperte perchè il portone rosa del REX è sempre aperto e se loro non possono venire da noi…beh che importa andiamo noi da loro!!!
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